Sotto lo zero dentro la storia:
quando sono nati i surgelati?
Un’avventura, una rivoluzione
Come titola un libro dedicato al padre dei surgelati, Clarence Birdseye, dietro il sistema di conservazione che ha rivoluzionato il modo di mangiare ci sono “le avventure di un uomo curioso”.
Naturalista, inventore e imprenditore newyorkese, durante una spedizione nella zona artica del Canada nel 1912, Birdseye ebbe modo di osservare le tecniche di pesca della popolazione indigena degli Inuit. Lì, in un ambiente sottozero, il pesce appena pescato si congelava subito e risultava poi buono come fresco una volta scongelato.
Nella sua mente ingegnosa si accese così l’intuizione giusta: il segreto per sfruttare al meglio la forza del freddo nella conservazione degli alimenti era il tempo! Capì che metterli subito sottozero avrebbe fatto la differenza.
Dall’Artica al freezer
La sua anima di inventore prese quindi il sopravvento e iniziò a studiare un sistema per riprodurre il metodo di surgelazione naturale degli Inuit.
Negli anni ’20 realizzò il metodo a doppia cinghia, basato su due nastri refrigerati di acciaio inossidabile che movimentavano il pesce e, nel mentre, lo surgelavano. L’inventore divenne allora anche imprenditore, fondando la sua azienda.
Nel 1928 mise a punto il primo freezer e nel 1930 lanciò sul mercato la prima linea di prodotti surgelati, grazie ai passi avanti fatti anche nel confezionamento e nella logistica, fattore chiave per il mantenimento della catena del freddo.
Dalle prime linee
a un mondo di bontà
Fu un successo rapido e duraturo: da allora in poi i surgelati si diffusero sempre di più, conquistando, dopo la Seconda Guerra Mondiale, anche l’Europa e l’Italia.
Il settore del freddo ha continuato quindi a svilupparsi fino ai giorni nostri, con ulteriori innovazioni tecnologiche che hanno permesso di mettere sottozero tante buone idee di cui oggi sarebbe difficile fare a meno! Come il ricco menù di Artica…
